Allattare è un gesto naturale e pieno d’amore, ma può non essere facile. Soprattutto all’inizio, quando mamma e bambino non si conoscono ancora e non si sa bene cosa fare.
Dolore ai capezzoli, ragadi, mastite, ingorghi mammari. Questi sono i problemi che possono insorgere se il bambino non è attaccato correttamente al seno o è attaccato troppo poco.
Vediamo quindi alcune semplici regole che possono aiutare la mamma a prevenire i problemi legati allo svezzamento, consentendole di allattare con serenità e a lungo (Scopri i vantaggi dell’allattamento al seno per mamma e bambino).
Che posizione deve assumere la mamma?
Non ci sono regole precise, si può stare sedute o sdraiate. L’importante è essere in una posizione comoda, con la schiena ben sostenuta in modo da non appesantirla troppo. Più si è comode, più l’allattamento risulterà facile.
Allattare sdraiate su un fianco può risultare utile soprattutto dopo un parto cesareo, per i punti di sutura dolenti, o quando ci si sente particolarmente stanche, come nelle ore notturne perché così si può riposare mentre il bambino succhia.
Che posizione deve assumere il bambino per lo svezzamento?
Se il bambino non è attaccato correttamente al seno, potrebbe non essere in grado di poppare bene ed i capezzoli potrebbero essere danneggiati.
Esistono molte posizioni per lo svezzamento del bambino in cui può essere tenuto mentre si allatta: a culla, incrociata, a rugby etc.
In generale, tutte hanno in comune il fatto che il bambino deve essere tenuto all’altezza del seno, con il corpo rivolto verso quello della mamma. La testa, le spalle ed il corpo devono essere ben allineati, con il naso ed il labbro superiore di fronte al capezzolo. Assicuratevi che la bocca sia ben aperta, con le labbra rivolte verso l’esterno, in modo da accogliere non solo il capezzolo ma anche una buona parte dell’aerola. Si può sostenere il bambino con le braccia oppure con l’aiuto di un cuscino tenuto sulle ginocchia.
Quando allattare? Quante volte?
Quando il bimbo si attacca al seno, fa innescare una serie di processi chimici ed ormonali che stimolano la produzione del latte.
Quindi più poppate = più segnali = più latte!
L’allattamento al seno deve essere quindi “a richiesta”, ogni qual volta il bambino ci fa capire di avere fame aprendo e chiudendo le labbra, voltando la testa come per cercare qualcosa oppure portando le manine alla bocca. In questo modo si produrrà il latte a sufficienza per le sue necessità (Come aumentare la produzione di latte?)
Nei primi tempi le poppate possono essere molto frequenti, anche 10-12 nell’arco di un giorno. Infatti il loro stomaco è molto piccolo e si svuota molto velocemente. Anche se molte mamme credono che pasti frequenti vogliano dire poco latte. Ma come abbiamo visto non è così.
L’importante è non darsi regole ed orari precisi, ma mettersi a completa disposizione del bambino imparando a conoscere le sue esigenze (Come conservare il latte materno per l’allattamento del neonato).
Se hai bisogno chiedi consiglio
Se nonostante questi accorgimenti non ti senti ancora sicura, oppure noti che il piccolo non succhia bene, cresce poco o senti dolore puoi chiedere consiglio presso l’ospedale dove hai partorito, al pediatra, a consultori o strutture specializzate che propongono un supporto nel puerperio.
Anche il confronto con altre mamme che stanno vivendo questo particolare momento della vita può essere di grande aiuto.
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