Durante l’allattamento può succedere che la mamma debba separarsi temporaneamente dal suo bambino. I motivi possono essere vari: da un rientro precoce al lavoro, ad un’emergenza, altre volte può succedere che il bambino non riesca ad alimentarsi direttamente dal seno. Altre volte è necessario lasciare alla mamma un po’ di respiro in questo periodo particolarmente impegnativo.
Questo non significa però rinunciare a dare il latte materno al proprio bambino. Esso infatti può essere estratto e poi conservato e somministrato al bambino da altre persone quando la mamma non c’è.
Affinché il latte mantenga tutte le sue caratteristiche nutrizionali senza essere alterato, e possa quindi continuare a rappresentare l’alimento ideale per il bambino, deve essere conservato e riutilizzato nei modi e nei tempi corretti. Vediamo come.
Come conservare il latte materno
Il latte materno dopo essere stato estratto, manualmente o attraverso l’uso di un tiralatte, può essere lasciato a temperatura ambiente (massimo 25 gradi) per 4-5 ore, dopodiché deve essere posto in frigorifero o in congelatore.
Se durante il giorno il latte si estrae più volte, ad esempio 30 ml al mattino, 40 al pomeriggio e 20 ml alla sera, si può mettere tutto nello stesso contenitore, a patto di lasciare raffreddare quello appena estratto prima di aggiungerlo a quello già presente nel barattolo.
Latte materno in frigo, quanto dura?
In frigo (a 2-4 gradi) il latte si conserva per 4-5 giorni.
E’ consigliabile metterlo nel punto più freddo del frigo e dove la temperatura rimane costante, in modo che subisca meno sbalzi termici possibili.
Congelare il latte materno, come fare
Il latte congelato ovviamente dura molto di più. Il tempo di conservazione dipende dal tipo di congelatore: nel compartimento freezer di un frigo (-15 gradi) si conserva per 3 mesi, mentre in un congelatore a parte (-19 gradi) si conserva per 6 mesi.
Come scongelare il latte materno
Il modo migliore per scongelare il latte è quello di porlo in frigorifero il giorno prima di utilizzarlo.
In caso di emergenza si può metterlo sotto un getto di acqua calda oppure a bagnomaria. In questi casi è importante fare attenzione alla temperatura dell’acqua, non deve scottare, altrimenti il latte si rovina perdendo tutte le sue proprietà nutrizionali.
Il latte scongelato deve essere utilizzato entro 24 ore, meglio se messo in frigo, e non va mai ricongelato.
Che tipo di contenitori si devono utilizzare per conservare il latte materno?
Il latte deve essere messo in contenitori di plastica o di vetro che possano essere chiusi e lavati. In commercio esistono diversi contenitori appositi per la conservazione del latte, di varie capacità e vari tipi, alcuni fatti a sacca, altri sono dei barattoli che si possono avvitare direttamente al tiralatte in modo da evitare travasi.
La sterilizzazione non è necessaria, basta lavare i contenitori con acqua calda e sapone e poi asciugarli bene.
E’ inoltre molto importante apporre sul contenitore un’etichetta con la data dell’estrazione del latte, in modo da consumare sempre quello meno fresco.
Come scaldare il latte materno?
Il latte per essere somministrato al bambino deve avere una temperatura di 36/37 gradi. Per sapere se la temperatura è giusta basta versarne un po’ sul palmo della mano e sentire che sia tiepido, non deve scottare!
Per scaldarlo si può metterlo sotto un getto di acqua calda, oppure a bagnomaria, facendo attenzione a non fare bollire l’acqua, per non raggiungere temperature troppo elevate che potrebbero alterare il latte.
Per lo stesso motivo è meglio evitare il forno a microonde o il fuoco diretto.
Durante il riscaldamento del latte è consigliabile agitare dolcemente il contenitore, senza però scuoterlo troppo, per distribuire il calore in modo uniforme; questo inoltre consente di omogeneizzarlo, se sono presenti eventuali separazioni, cioè la crema è salita in superficie.
Se il bambino avanza del latte, questo non può essere scaldato nuovamente e riutilizzato, ma deve essere buttato.
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