Dopo questo lungo periodo di ristrettezze c’è grande voglia di stare in mezzo alla natura. La montagna è una tra le prime mete scelte per lunghe camminate. Il contatto con la natura ci restituisce quel senso di libertà che tanto ci è mancato.
Ma la montagna non è solo un luogo in cui fare delle bellissime passeggiate, è una vera e propria farmacia a cielo aperto!
Oggi vi voglio parlare di alcune erbe montane che forse avete sbadatamente calpestato non sapendo che fossero delle erbe officinali ricche di proprietà benefiche.
Elenco erbe di montagna con proprietà e benefici
Ecco una lista di erbe medicinali spontanee che si possono incontrare in una passeggiata in montagna, con piccole curiosità (ad esempio sui loro nomi) e le principali proprietà benefiche.
Achillea: la leggenda vuole che il suo potere cicatrizzante sia stato scoperto da Achille, il quale la utilizzava per trattare le ferite dopo le battaglie, forse il suo nome deriva proprio da questa leggenda. Oggi sappiamo che l’Achillea mostra molteplici proprietà: favorisce le funzioni digestive, migliora la circolazione venosa e aiuta a contrastare i disturbi che sono legati al ciclo mestruale.
Cardo mariano: se l’avete calpestata, l’avrete sicuramente notata a causa delle sue foglie pungenti e striate. Infatti secondo la tradizione popolare, le macchie bianche sulle foglie sarebbero state causate dalla caduta di alcune gocce di latte dal seno di Maria durante la fuga in Egitto, e da cui prese il nome di “mariano”. Le foglie sono particolarmente amare e digestive, mentre le radici mostrano proprietà drenanti e febbrifughe, ma la parte interessante del Cardo sono i suoi frutti dalle note proprietà depurative e protettive del fegato.
Sambuco: diffuso in montagna fino ai 1500 metri di altitudine. I fiori vengono spesso utilizzati in cucina pastellati e fritti oppure per preparare un dolce sciroppo, utilizzato come ingrediente in un famoso aperitivo: l’Hugo. In Erboristeria i suoi fiori vengono essiccati e utilizzati in tisane invernali per la loro azione: diaforetica (favorisce la sudorazione), lenitiva e protettiva sulle prime vie respiratorie.
Ortica: famosa per le sue foglie urticanti a causa dei piccoli peletti di cui è ricoperta. I peli urticanti sono dotati di una piccola bolla all’apice (molto fragile) che contiene un liquido irritante (acido formico). È proprio questo liquido che provoca la tanto odiata sensazione di bruciore sulla pelle. Con il calore il suo potere urticante viene meno per lasciare spazio alle sue proprietà depurative e rimineralizzanti grazie ai preziosi minerali di cui sono ricche le sue foglie. Ottima per depurare il corpo e favorire il benessere delle ossa.
Malva: una pianta molto diffusa anche in pianura. Possiamo incontrare facilmente i suoi fiori rosa-violacei lungo le strade, nei prati e nei giardini. Il suo nome deriva dal verbo latino “mollire” che significa “rendere morbido”, in relazione alle sue proprietà. La malva infatti, a contatto con l’acqua, sprigiona le mucillagini, principi attivi dall’azione emolliente e lenitiva. Utile per proteggere la mucosa gastrica e favorire il transito intestinale.
Tarassaco: chiamato anche “Soffione”, “Dente di Leone”, “Pisacan”, ecc. Cresce spontaneo ovunque, nei prati, boschi e ai margini delle strade, facilmente riconoscibile grazie ai suoi bottoni gialli. Le sue foglie sono commestibili e sono molto utilizzate in cucina per la preparazione di insalate, minestre, frittate, ecc., mentre in Erboristeria viene utilizzata la radice. Le radici di Tarassaco mostrano infatti, spiccate proprietà diuretiche e depurative dell’organismo.
Rusco: si riconosce facilmente grazie alle sue foglie pungenti e alle sue bacche rosse. Cresce spontaneo nei boschi dalla pianura fino a 700-800 metri di altitudine. Proprio per le sue foglie acuminate veniva utilizzato per tenere lontano i topi dalle cantine che contenevano cibo, da questo pratico uso deriva il suo nome popolare “pungitopo”.
In Erboristeria si utilizza il rizoma di Rusco che mostra importanti proprietà toniche e protettive sulla circolazione, risultando utile in caso di gambe gonfie e pesanti ma anche per vene varicose, emorroidi e geloni.
Genziana: si trova in montagna tra i 1000 e i 2200 metri di altitudine, in Italia si può incontrare sia nelle Alpi che negli Appennini. Specie poco comune, per questo è una specie protetta e ne è vietata la raccolta. La Genziana è una delle piante più amare conosciute, ed è proprio questa sua caratteristica a renderla particolarmente digestiva. Da non confondere con il Veratro, pianta tossica, in quanto queste due piante se non sono in fioritura sono facilmente confondibili. Per distinguerle si deve osservare bene la disposizione delle foglie, il Veratro presenta le foglie alterne, mentre la Genziana le presenta opposte.
Pino Mugo: è una delle poche piante che crescono ad alte altitudini e svolge una importantissima funzione ambientale in quanto consolida il terreno, prevenendo le frane di roccia e neve. Grazie al suo contenuto in olio essenziale il Pino Mugo mostra proprietà balsamiche ed espettoranti, favorisce il benessere delle vie respiratorie favorendo la fluidità dei bronchi. In Erboristeria si possono trovare caramelle, sciroppi e unguenti a base di Pino Mugo, molto utili per liberare il naso chiuso e facilitare la fluidità dei bronchi.
Arnica: tra le erbe di alta montagna più conosciute, cresce spontanea al di sopra dei 1000 metri di altitudine, in Italia si trova sia nelle Alpi che nell’Appennino emiliano. Il suo nome sembra derivare dal greco “ptarmica” ovvero “starnuto” in quanto sia le sue radici che i suoi fiori mostrano un effetto starnutatorio. I suoi fiori mostrano un’importante e riconosciuta azione lenitiva ed antinfiammatoria, utile per trovare sollievo in caso di piccole botte, contusioni e tensioni artro-muscolari in genere. Spesso utilizzata come ingrediente per la realizzazione di creme e unguenti lenitivi.
Stella alpina: il cui fiore è il simbolo della passione per la montagna. Specie protetta che cresce spontanea dai 1500 ai 3000 m.s.l.m., si può incontrare in pascoli alpini come in pareti rocciose e franose. Probabilmente la sua origine non è alpina ma orientale: si pensa sia stata trasportata sulle Alpi da eventi geologici di diversa natura. Nell’utilizzo popolare questa pianta era usata come astringente e antitussivo.
Ora sono sicura che la prossima volta che farai una passeggiata le noterai più facilmente e potrai dire: “io quest’erba la conosco!!”
Questo articolo si basa sull’uso popolare tradizionale e sulla letteratura scientifica. Le informazioni ed i consigli presenti non sono di natura prescrittiva o curativa, ma hanno solo uno scopo informativo.
Schede erbe:
Per maggiori informazioni sulle Erbe presenti sull’articolo cliccare sui seguenti link:
Achillea, Achillea millefolium L.
Sambuco, Sambucus nigra L.
Ortica, Urtica dioica L.
Malva, Malva sylvestris L.
Cardo mariano, Silybum marianum (L.) Gaertner
Tarassaco, Taraxacum officinale Weber
Rusco, Ruscus aculeatus L.
Genziana, Gentiana lutea L.
Pino Mugo, Pinus mugo Turra
Arnica, Arnica montana L.
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