Camminando in un bosco, tutto sembra immobile e silenzioso.
Ma se potessimo ascoltare davvero, scopriremo che tra gli alberi e le piante si sta svolgendo un’incessante conversazione. Sotto terra e nell’aria, si scambiano informazioni, si avvertono dei pericoli e perfino si aiutano a vicenda.
Ma come fanno le piante a parlarsi senza bocca e orecchie? E cosa si dicono esattamente?
Il linguaggio delle piante: come si parlano tra loro?
Le piante non sono esseri passivi, ma organismi dotati di straordinarie capacità di comunicazione e adattamento. Come spiega il neurobiologo Stefano Mancuso nel suo libro Verde brillante, le piante percepiscono l’ambiente, prendono decisioni e trasmettono informazioni agli altri individui della loro specie. Un vero e proprio sistema di intelligenza delle piante che stiamo appena iniziando a comprendere.
Le piante parlano tra loro in modi che sembrano usciti da un libro di fantascienza. Non avendo bocche per parlare né orecchie per ascoltare, usano strategie raffinate per scambiarsi informazioni essenziali alla loro sopravvivenza.
Segnali chimici nell’aria
Quel profumo fresco e pungente che senti dopo aver tagliato l’erba? Non è solo piacevole: è un SOS lanciato dalle piante per avvertire del pericolo. Quando una pianta viene attaccata rilascia nell’aria molecole volatili che avvertono le piante vicine del pericolo. È come se gridasse: “Ehi, qui c’è un problema! Preparatevi!”. Le piante circostanti, ricevendo il messaggio, iniziano a produrre sostanze repellenti o tossiche per scoraggiare i predatori.
Un altro esempio affascinante è quello dell’Acacia africana (come Acacia tortilis e Acacia drepanolobium): immagina un branco di antilopi che bruca serenamente, finché improvvisamente la pianta diventa amara e sgradevole. Senza un suono, gli alberi hanno lanciato il loro segnale di difesa, costringendo gli animali a spostarsi altrove.
La rete sotterranea: il “Wood Wide Web“
Sotto i nostri piedi, le radici delle piante sono connesse da una rete di funghi micorrizici, un vero e proprio “Internet vegetale” che permette lo scambio di nutrienti e segnali di avvertimento. Gli alberi più anziani e forti, chiamati “alberi madre”, possono inviare zuccheri e minerali agli alberelli più giovani, aiutandoli a crescere. Ma non è tutto: se un albero viene attaccato da un parassita, invia segnali attraverso questa rete sotterranea per avvisare gli altri di potenziali minacce.
Segnali elettrici e vibrazioni
Oltre ai segnali chimici, le piante trasmettono impulsi elettrici attraverso le loro cellule, un po’ come avviene nel nostro sistema nervoso. Anche se non hanno un cervello, usano queste “scosse” per coordinare le risposte agli stimoli esterni. Inoltre, alcuni studi suggeriscono che possano percepire vibrazioni sonore: ad esempio, il fruscio di un bruco che mastica le foglie potrebbe attivare la produzione di sostanze repellenti!
Perché le piante comunicano?
La comunicazione tra le piante non è fine a sé stessa, ma ha uno scopo preciso: garantire la loro sopravvivenza e quella dell’intero ecosistema.
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Per difendersi
Le piante non sono esseri passivi: si avvisano a vicenda della presenza di erbivori o malattie. Alcune, come il pomodoro, rilasciano sostanze chimiche che attirano gli insetti predatori dei parassiti che le stanno attaccando, trasformando i loro nemici in alleati. Un vero e proprio gioco di squadra!
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Per aiutarsi
Gli alberi non lasciano indietro i loro simili. Attraverso la rete micorrizica, scambiano risorse con le piante in difficoltà, specialmente in ambienti ostili dove il cibo scarseggia. È stato osservato che alcune foreste riescono a mantenere in vita ceppi di alberi ormai privi di foglie, fornendo loro zuccheri attraverso le radici.
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Per attirare impollinatori
I fiori emettono profumi e colori specifici per attirare api, farfalle e altri insetti impollinatori. Alcune orchidee, ad esempio, imitano la forma e il colore di insetti femmina per ingannare i maschi e farli atterrare sui loro petali, garantendosi così l’impollinazione.
Intelligenza delle piante: mito o realtà?
Perché sono intelligenti? Le piante sono esseri viventi straordinari, ma possiamo davvero parlare di intelligenza? Se con intelligenza intendiamo la capacità di risolvere problemi, adattarsi all’ambiente e memorizzare esperienze, la risposta è sì.
Le piante imparano dall’esperienza
Esperimenti scientifici hanno dimostrato che alcune piante possono “ricordare” eventi e modificare il loro comportamento di conseguenza.
- Un caso famoso è quello della Mimosa pudica, una pianta che chiude le foglie quando viene toccata. Gli scienziati hanno scoperto che, se stimolata più volte senza pericolo reale, la mimosa smette di chiudere le foglie, come se “capisse” che non c’è nulla da temere. Questo comportamento si mantiene anche dopo settimane, suggerendo che la pianta ha una sorta di memoria!
- Un altro esempio è la Dionea una pianta carnivora detta anche “Venere acchiappamosche”: Questa pianta non si chiude subito al primo tocco, ma ‘conta’ gli stimoli prima di reagire, evitando sprechi di energia inutili. Se non è intelligenza questa!”
Le piante risolvono problemi
Alcuni studi hanno mostrato che le radici delle piante sono in grado di “decidere” dove crescere in base alla disponibilità di nutrienti, scegliendo il percorso più vantaggioso. In ambienti competitivi, possono persino riconoscere le radici di piante della stessa specie e ridurre la competizione per le risorse.
Cosa possiamo imparare dalle piante?
Le piante non solo comunicano, ma possono insegnarci a interagire meglio con la natura:
- Agricoltura: sfruttare le loro difese naturali riduce l’uso di pesticidi.
- Giardinaggio: combinare specie complementari migliora la crescita senza chimica.
- Foreste: proteggere gli alberi madre aiuta a preservare interi ecosistemi.
Non sono solo esseri passivi, ma protagonisti di un mondo interconnesso. La vera domanda è: siamo pronti ad ascoltarle?
“Dobbiamo liberarci dall’idea che l’intelligenza sia solo quella umana. Se intendiamo l’intelligenza come la capacità di risolvere problemi, allora le piante sono esseri incredibilmente intelligenti.” (Stefano Mancuso)
Questo articolo si basa sull’uso popolare tradizionale e sulla letteratura scientifica. Le informazioni ed i consigli presenti non sono di natura prescrittiva o curativa, ma hanno solo uno scopo informativo.
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